Capitolo 9 • Nessuno Tocchi Rosalia •
Da qualche giorno, è iniziata il 4 settembre scorso, per tutti i palermitani la cosiddetta ‘acchianata’ a Monte Pellegrino, una tradizione legata ai festeggiamenti iniziati il 15 luglio in onore della santa patrona di Palermo: santa Rosalia. L’acchianata è un atto di devozione del palermitano nei confronti della Santuzza: percorrere a piedi la strada che conduce al santuario sul monte dove ha vissuto ed è morta e sono state ritrovate le sue spoglie, mentre i festeggiamenti del 15 luglio è un momento goliardico che si unisce alla processione delle ossa di Rosalia portate in giro per la città.
La storia di Rosalia oltre ad essere un elemento importantissimo per ogni palermitano ci racconta anche una storia di grande coraggio per una donna del periodo medievale, un modo che ancora oggi ribadisce quanto siano importanti le donne, non a caso durante i festeggiamenti della Santuzza ho partecipato ad un evento promosso da un’associazione contro la violenza delle donne: Le Onde Onlus: nessuno tocchi Rosalia.
Prima di raccontarvi dell’evento è bene che faccia dei cenni sulla storia di Rosalia: nata in una famiglia nobile, Rosalia De’Sinibaldi, era promessa sposa ad un giovane altrettanto ricco, la ragazza visse alla corte di Re Ruggero, tant’è che era una delle dame di compagnia della regina.
La storia racconta che Rosalia il giorno prima di sposarsi ebbe una visione, vide il riflesso di Gesù nello specchio, l’indomani si presentò a corte con le trecce tagliate e con l’intenzione di ritirarsi a vita di clausura e di preghiera.
Inizialmente visse in un convento, ma le pressioni e i tentativi della famiglia per farle cambiare idea la spinsero a dover lasciare Palermo, visse per un breve periodo a Santo Stefano di Quisquinia (nella zona di Agrigento) e successivamente rientrò a Palermo dove occupò una grotta su Monte Pellegrino dove visse fino alla sua morte.
La storia del culto risale alla peste del 1600 che colpì Palermo, più volte la santuzza apparve ai Palermitani, la prima volta indicò dove trovare le sue ossa affinché fossero portate via dalla grotta, la seconda volta apparve ad un uomo che stava per tentare il suicidio a causa del dolore per la perdita della moglie, Rosalia dopo aver salvato l’uomo raccomandò che le sue ossa fossero portate in processione per la città, a conti fatti fu proprio lei a salvare Palermo dalla peste e per questo ne divenne la patrona.
Ora, i festeggiamenti legati alla santuzza iniziano la notte del 14 luglio, ma in generale tutta la settimana è dedicata ad eventi in onore di Rosalia, non mancano gli spettacoli teatrali, di musica e gli eventi di cultura o le manifestazioni, tutte culminano nella sfilata del carro del 14 sera e i fuochi, concludendosi l’indomani con la processione delle reliquie della Santuzza per le vie di Palermo.
Il 15 luglio è la data in cui sono state ritrovate le ossa e ha salvato Palermo dalla peste, mentre il 4 settembre data di nascita di Rosalia, gli eventi riguardano l’acchianata: ogni palermitano sale a piedi raggiungendo la vetta del Monte Pellegrino dov’è sito il santuario, un vero e proprio atto di devozione.
Fin da piccola ho sempre partecipato sia al festino, che alla celebre acchianata al santuario, sono momenti molto sentiti dalla popolazione, momenti di profonda fede e di comunione, ma anche di svago e divertimento, personalmente sono sempre stata affascinata dal santuario, una Chiesa ricavata nella grotta e da tutto il momento che precede l’arrivo lungo la strada, verso il santuario, di norma si parte in mattinata presto, le sette del mattino, altri partono di notte con il buio, e si arriva intorno alle otto o se si è particolarmente lenti e si vuol andare con calma (tipo io) anche le dieci, ma sempre in tempo per la messa delle 11, per l’occasione c’è una tensostruttura che ospita le funzioni religiose.
E’ un momento molto bello, rispetto al festino preferisco l’acchianata, l’ammetto, è un modo, per come la vedo io, di entrare maggiormente in comunione con quello che è stato il vissuto di Rosalia, da piccola fantasticavo sulla sua storia e la immaginavo fuggire dal volere del padre che la costringeva a sposarsi contro la sua volontà e raggiungere quella grotta dove ha vissuto la sua Fede con amore e dedizione, ho sempre ammirato Rosalia per la sua forza d’animo e la sua decisione, non dev’essere facile lasciare la famiglia per vivere in questo modo in solitudine per difendere la propria dignità e le proprie scelte.
Ed ecco che qui entriamo nel merito dell’evento di ‘nessuno tocchi Rosalia‘ promosso dall’associazione contro la violenza Le Onde Onlus Palermo l’evento è avvenuto lo scorso 13 luglio nel tardo pomeriggio in piazza Politeama, l’associazione ha invitato chiunque volesse partecipare a portare un fiore, quello stesso fiore sarebbe stato posto poi sulle sagome femminili tracciate per terra che rappresentavano le donne uccise dalla violenza.
Il richiamo a Rosalia è chiaro: nella dignità e nella profonda decisione che la Santuzza ha saputo tirar fuori nel prendere posizione e distaccarsi da una situazione che non era per nulla lo specchio della vita che voleva e che avrebbe voluto vivere, rivediamo ogni donna vittima di violenza che desidera vivere in pace, libera dalla crudeltà di chi ne abusa e allo stesso tempo la dignità di una Santa che venerata e intoccabile così come dovrebbero essere le donne, intoccabili, sul venerate sorvoliamo limitiamoci a dire che le donne vanno amate e non picchiate.
Partecipare a quest’evento, che ho saputo tramite un passaparola di alcune mie colleghe dell’università è stato emozionante, ho avuto modo di aiutare con l’allestimento, disegnare le sagome per terra, ben consapevole di cosa rappresentavano ammetto mi ha messo i brividi ma allo stesso tempo vedere dei bambini, delle bambine prendere il gessetto e lavorare per tratteggiare la sagoma di una donna che nessuno conosce, mi ha infuso addosso parecchia speranza.
L’evento è iniziato con un momento, un lungo momento musicale donato dalle Crispeace, un gruppo di donne che suonano in maniera del tutto gratuita nei centri antiviolenza, negli ospedali e in eventi come questi, è il loro modo per dare il proprio contributo attraverso la musica per donare gioia, a seguito un gruppo di bambini ha cantato una delle canzoni su Rosalia, un momento dolcissimo.
L’evento è culminato con la deposizione dei fiori sulle sagome, quello è stato l’unico reale momento di profondo silenzio e raccoglimento: non è stato un momento facile, ne ho sentito il peso ancora una volta, ogni fiore rappresenta una donna che subisce violenza, che sia verbale o che sia fisica e al giorno d’oggi sono davvero troppe.
L’evento ovviamente non si è concluso con la deposizione, perché e su questa scelta mi sono trovata profondamente d’accordo, per quanto si possa passare un brutto periodo, la fine è sempre un nuovo inizio e bisogna celebrare la vita sempre, anche nel dolore ed ecco che dunque le musiche e i balli sono continuati, un modo molto sottile per ribadire che nessuno verrà mai zittito, piegato o peggio distrutto con la morte o il dolore, celebreremo sempre la gioia e la vita, sopratutto se si trova la forza per venir fuori da momenti così cupi e terribili come un marito o un compagno o peggio un familiare violento.
Alla fine dell’evento mi sono fatta due domande, che poi non erano affatto due, erano parecchie, ma sinceramente cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo?
Da un lato possiamo fare volontariato: cercare le associazioni e unirsi a loro in aiuto, quello è sempre necessario e non è mai abbastanza.
Restare vicino il più possibile a chi si trova in queste situazioni di disagio, supportare, ascoltare e incoraggiare ma sopratutto restare vicini, c’è bisogno di empatia, non di grandi gesti plateali ma di empatia.
Informarci, quello sempre, e divulgare e non smettere mai di parlarne, perché parlare aiuta ad esorcizzare ciò che non va, lo rende reale e se è reale è risolvibile.
Da un lato i passi avanti se ne fanno, non di meno è stato approvato finalmente la Legge Codice Rosso, portata avanti da Michelle Hunziker e dal Ministro Giulia Bongiorno:
– Esser sentita da un giudice entro 3 giorni dalla denuncia;
– Pene più aspre per violenza sia fisica che verbale e per violenza sessuale sopratutto se il soggetto è minore;
– Introduzione del reato di Revenge Porn: viene punito chi diffonde video o foto a contenuto sessualmente esplicito senza il consenso di una persona.
La legge ha ancora parecchia strada da fare e ha parecchi buchi, non di meno tre giorni per essere sentita da un Giudice sono parecchi e può capitare di tutto, mancano i fondi alle associazioni, basilari nel momento in cui una donna decide di parlare o denunciare, ma da un lato le pene più aspre e l’introduzione del reato di revenge porn è un miglioramento.
Al codice rosso che è legge, si è unito il codice rosa, in vigore in tutti gli ospedali di Grosseto, ne ho sentito parlare al TG qualche settimana fa: viene segnalato con questo codice chi è vittima di violenza e viene attuato un protocollo per la raccolta immediata di tutte le prove per una denuncia attraverso gli esami, una corsia preferenziale anche in ospedale e non solo per la legge.
Andrebbe tuttavia applicato in tutti gli ospedali di Italia e non solo a Grosseto.
E proprio questa settimana in cui riprendono e continuano i festeggiamenti in onore di Rosalia, mi sento ancora di più di pensare che siamo ancora lontani da un reale miglioramento ma da un lato finalmente, si fa qualcosa, il punto è non fermarsi, assolutamente, mai.
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